Quali tipologie di dipendenze digitali affronteremo?

Vediamo più da vicino come ognuna di queste dipendenze si presenta, analizzandole singolarmente.

Cosa sono?

Se cerchiamo in rete le parole “come usare di meno…”, i primi risultati che ci appaiono sono, in questo ordine, “come usare di meno il proprio telefono”, “come usare meno Instagram”, “come usare meno i social”. Capiamo quindi fin da subito che un problema riguardante le dipendenze digitali c’è…

Il 70% degli italiani controlla lo smartphone appena svegli e 9 persone su 10 soffrono della sindrome della vibrazione fantasma, per cui pensano che il loro telefono stia vibrando per una chiamata o una notifica anche se in realtà non lo è. Il 2,6% della popolazione europea e il 10,9% della popolazione est-asiatica soffre di una dipendenza digitale a livello patologico.

Vediamo quindi, come possiamo definire una dipendenza digitale: una dipendenza digitale è un’interazione col dispositivo tecnologico ripetuta costantemente nel tempo che porta, a livello mentale e psicologico, una soddisfazione che si continua a voler provare. Il nostro cervello non riesce quindi a fare a meno dell’oggetto della dipendenza.

Dipendenza da videogiochi:

Partiamo dalla dipendenza da videogiochi. In questo tipo di dipendenza non si comprendono unicamente i videogiochi, online o offline che siano, come li conosciamo oggi, in cui semplicemente si svolgono delle partite senza fermarsi mai, ma anche un nuovo orizzonte del gioco d’azzardo. Essendo online è molto più facile da reperire e non sembra inoltre così dannoso come lo è in realtà. Circa l’1% della popolazione di Canada, Stati Uniti, Germania e Regno Unito è affetto da questa dipendenza, ma se ci concentriamo in particolare su bambini e adolescenti scopriamo che l’8,4% di questi ne è affetto.

Per entrambi i tipi di giochi digitali, i cosiddetti “gamer” hanno il costante desiderio di giocare e quando non possono farlo diventano facilmente irritabili. Sono inoltre sottoposti a un pensiero ossessivo e costante riguardante l’attività online appena svolta oppure quella che deve venire. Mentono ai propri cari e spesso anche a loro stessi, su quanto tempo hanno passato a giocare online, trovandosi così a vedere di molto ridotta la loro produttività nell’arco della giornata. Si isolano inoltre dagli altri per poter trascorrere più tempo giocando.

Dipendenza da smartphone:

Dipendenza ancora maggiormente diffusa è quella da smartphone  (anche conosciuta come nomofobia), che consiste nella vera e propria paura di trovarsi a vivere la propria vita quotidiana senza il telefono costantemente tra le mani. Questa dipendenza racchiude in sè anche la dipendenza da relazioni digitali, in cui le persone che ne sono affette hanno come chiodo fisso quello di mantenere delle relazioni, amorose e non, online, tanto da dare più importanza a queste ultime rispetto a quelle della vita offline.

Dipendenza da Social Media:

Disturbo profondamente connesso con quello precedente è la  dipendenza da social media, condizione che racchiude il bisogno costante di essere connessi al proprio profilo social, dedicandoci talmente tanto tempo e impegno da farla diventare una parte fondamentale della propria vita quotidiana. Non si tratta solo di comunicare attivamente con altri utenti via messaggio, ma anche di controllare e aggiornare costantemente i contenuti propri e degli altri sulla piattaforma presa in considerazione. Ne è affetto tra il 5 e il 10% della popolazione americana.

Anche in questo caso chi fa un uso eccessivo del telefono e dei dispositivi tecnologici in generale, si ritrova a sentirsi stanco, irascibile o lunatico, visto anche il fatto che, pur volendolo, non è in grado di limitare il suo “screen time”. Capita inoltre che le persone sperimentino un senso di ansia generale, essendo continuamente bombardate con le news del momento e non riuscendo a limitarsi autonomamente. Le persone affette da questa condizione non si rendono nemmeno conto di quante ore passino ogni giorno col cellulare in mano. Il risultato è uno stile di vita più stressante e meno produttivo.

 

Che effetti hanno le dipendenze sul nostro cervello e sulla nostra salute?

Nonostante non ci sia un accordo sul fatto che le dipendenze digitali possono essere considerate delle vere e proprie patologie mentali, si sa che queste hanno degli effetti sulla nostra mente.

Tenendo conto che la maggior parte di queste dipendenze si abbattono sugli adolescenti e che è proprio durante quell’età che il cervello umano si sviluppa completamente, bisogna prendere in esame gli effetti che le dipendenze digitali hanno sul nostro sistema nervoso.

Secondo degli studi scientifici si è raggiunta l’evidenza che le dipendenze digitali sono connesse a problemi clinici. Questi studi effettuati su un campione di minorenni che utilizzano la tecnologia hanno portato come risultati un aumento dell’aggressività degli individui legato all’utilizzo dei dispositivi digitali.

Si è anche ottenuto un riscontro sul legame tra videogiochi ed epilessia. Altri studi hanno invece riportato la presenza del disturbo della personalità antisociale e ossessivo compulsivo, legato anche al fatto che sui social media è possibile assumere un’identità diversa dalla propria e mantenerla nel tempo, oppure assumere più identità contemporaneamente. Si è poi trovata una connessione tra obesità e tempo passato davanti allo schermo; i bambini escono sempre meno di casa, si muovono meno e hanno più tempo per mangiare trattando la tecnologia come un’attività di sottofondo ma sempre presente; che rapisce la loro attenzione, ostacolando il loro cervello nel riconoscere il senso di sazietà.

Gli effetti della pandemia:

Entra poi in gioco anche il fattore noia e pandemia: stando forzatamente chiusi in casa le attività preferite si svolgono sempre davanti a uno schermo. Anche qui si ha quindi la difficoltà nel limitarsi con la consumazione di cibo. Inoltre, come dice il professore Massimo Olivieri, medico specialista in neurologia e professore di neurofisiologia all’Università di Palermo, durante l’utilizzo di dispositivi tecnologici non viene messa in atto la corteccia prefrontale, parte del cervello responsabile della creatività e del controllo dell’impulsività.

(fonti online)

Come combatterle?

In caso la dipendenza sia seria e intralci il normale scorrimento della vita dell’individuo, è bene rivolgersi a uno specialista. Se invece si ritiene che la situazione non lo necessiti, si può optare per delle soluzioni “fai da te”. Fortunatamente per noi è anche nell’interesse di coloro che producono questi dispositivi salvaguardare la salute dei loro clienti e per questo hanno sviluppato delle tecniche per limitare l’utilizzo dei dispositivi. E’ sicuramente utile controllare il tempo di utilizzo del dispositivo e se ritenuto necessario attivare dei limiti di utilizzo per alcune applicazioni (social media per esempio) o per alcune parti della giornata. Si può inoltre controllare il numero di attivazioni schermo durante la giornata, l’utente rimarrà stupito dal risultato. 

In caso si necessiti di una spinta per cambiare, lascio qui di seguito alcuni video che mi è capitato di guardare quest’estate su come staccarsi dalla tecnologia senza doversi per forza rivolgere a uno psicologo. Sono video leggeri, fatti da ragazzi della nostra stessa età, che possono benissimo essere usati per passare il tempo, facendo nel frattempo un passo avanti verso il distacco dai dispositivi digitali. Riguardo il secondo video, suggerisco l’applicazione “Habit” per tenere traccia delle proprie sane abitudini e ricevere delle notifiche personalizzabili nel caso non venga fatto.

TitoloLink ai video
1 settimana senza smartphoneOne week without a phone
Una tecnica per iniziare e mantenere una sana abitudineDon’t break the chain
Come spezzare una cattiva abitudineA simple way to break a habit

 Consiglio inoltre tutta la stagione di Glow up diaries, trovo che motivi molto ad operare un cambiamento nella propria vita. Le dipendenze digitali possono essere combattute, bisogna solo iniziare.

E tieni a mente questa frase durante il percorso….

“Don’t let yourself get in the way of yourself ”

Anonymus

…è il primo passo per dare inizio a un miglioramento della propria quotidianità.